giovedì 29 settembre 2011

Contro il comma ammazza blog: #noleggebavaglio

Giro anch'io il post di Valigia Blu Comma ammazza-blog: un post a Rete unificata #noleggebavaglio
Altro qui.
...
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.
Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.
<Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.
Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.
Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

lunedì 26 settembre 2011

PORNOTOPIA di BEATRIZ PRECIADO

Fandango Libri presenta Beatriz Preciado autrice di PORNOTOPIA, Playboy: architettura e sessualità
in Italia dal 28 SETTEMBRE al 2 OTTOBRE



Beatriz Preciado sarà in Italia dal 28 settembre al 2 ottobre
Per richieste d’interviste si prega di contattare l’Ufficio Stampa FandangoLibri :
manuela.cavallari@fandango.it
francesca.comandini@fandango.it
giulia.santaroni@fandango.it

Roma, Mercoledì 28 settembre
Presentazione di “Pornotopia” alle ore 19 al Fandango Incontro
Via dei Prefetti, 22
Intervengono Beatriz Preciado e Elena Stancanelli

Ferrara, Venerdì 30 settembre
Beatriz Preciado sarà ospite del Festival Internazionale di Ferrara
ore 11 Cortile del Castello
Radio3Mondo intervista Beatriz Preciado
Intervengono Yulia Latynina e Sarah el Sirgany
Conduce Anna Maria Giordano

Ferrara, Sabato 1 ottobre
17.30 Teatro Comunale
DONNE. Il ritorno delle bambole
Incontro con Beatriz Preciado, Michela Marzano, Natasha Walter e Loredana
Lipperini


****

“In Pornotopia, Preciado analizza i processi di spettacolarizzazione delprivato attraverso le case del piacere create da Hugh Hefner. Un libro duro, intenso dove si consuma molta Dexedrina: “È curioso che il farmaco più usato da un uomo che praticamente vive in un letto, sia una pasticca per non
dormire.” El Pais

“La sessualità è come le lingue. Tutti possiamo impararne diverse.” Beatriz Preciado


È noto ormai che nel bel mezzo della Guerra Fredda, il giovane Hugh Hefnercreò quella che sarebbe presto diventata la più importante rivista per adulti del mondo, Playboy. Ciò che la maggior parte del pubblico ignora
invece sono i dettagli del suo lavoro pioneristico come creatore delle “casedi piacere”. Playboy non è stata solo una rivista piena di donne seminude,ma un impressionante progetto comunicativo e architettonico, il cui
principale scopo era quello di offrire una valida alternativa al tradizionale nucleo famigliare americano. Playboy fornì uno strumento per mettere insieme la nuova generazione votata alla finanza e al profitto, con il piacere. Questa è forse l’essenza di Playboy. “Se vuoi cambiare un uomo, cambia la sua casa.” Beatriz Preciado ci guida nel mondo di Playboy, una Disneyland per adulti, fatta di magioni, ville, letti girevoli, caverne tropicali, videocamere di sorveglianza, piscine, ispirata dalle rivoluzionarie utopie sessuali del marchese De Sade e di Ledoux, che funziona come la prima serie di bordelli multimediali nella storia: una moderna pornotopia installata nella cultura di massa contemporanea attraverso la sua ostentata e sfarzosa architettura. Il mondo di Playboy è un esempio perfetto dei cambiamenti che occorsero durante la Guerra Fredda, quando i mezzi di comunicazione di massa cominciarono a occuparsi sempre più spesso di sesso e droghe e dove l’architettura si prestava alla rappresentazione dell’identità maschile.

Il libro finalista del premio Anagrama Miglior Saggio dell’anno 2010

Beatriz Preciado (Burgos, 1970), dottore in filosofia e teoria dell’architettura a Princeton, vive a cavallo tra l’università Parigi VII e il Macba di Barcellona, dove insegna Storia politica del corpo e teoria “Queer”.
Finalista del premio Miglior Saggio dell’anno di Anagrama con Pornotopia, ha scritto anche Manifesto contra- sessuale (Il Dito e La Luna, 2002) e Testo Yonqui (2008).


“Playboy è molto più che una rivista di carta e donne nude. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha provveduto a creare un insieme di ambienti che attraverso un’incomparabile diffusione mediatica hanno contribuito a
incarnare una nuova utopia erotica popolare. La rivista ha inventato e reso popolare “l’Attico di Playboy”, la “Cucina senza cucina” e il celebre “letto rotante” che vedranno luce durante la costruzione della Mansion Playboy nel 1959, “un Palazzo dell’Amore di 32 appartamenti”, che servirà d’ispirazione per il primo reality show della storia della televisione (!) grazie a un sistema di videosorveglianza interna. Così Hefner definisce in modo molto naturale il suo progetto: “Volevo una casa da sogno. Un luogo dove fosse stato possibile lavorare e divertirsi allo stesso tempo, senza i problemi e i conflitti del mondo esterno. Un ambiente che un uomo possa controllare completamente. Lì sarebbe stato possibile trasformare la notte in giorno, guardare un film a mezzanotte e chiedere che servano la cena a mezzogiorno, partecipare a una riunione di lavoro nel bel mezzo della notte e prendere appuntamenti romantici nel pomeriggio. Sarebbe stato un rifugio e un santuario… Mentre il resto del mondo continuava a essere fuori dal mio controllo, nella Mansion Playboy tutto sarebbe stato perfetto. Questo era il mio piano. Sono cresciuto in un ambiente oppressivo e conformista, e quindi
ho cercato di creare un mio proprio universo, dove mi sarei sentito libero di vivere e amare in un modo che la maggior parte della gente non si sogna nemmeno”.

Collana: Documenti
Traduzione: Elena Rafanelli
Numero di pagine: 240
Prezzo: € 16,50
Isbn: 9788860441843
Data di pubblicazione: 3 Marzo 2011

UFFICIO STAMPA FANDANGO LIBRI

sabato 24 settembre 2011

Bologna Lesbian Film Festival - Italy Nuovo Cinema Nosadella - 22 - 25 Settembre 2011

Dal sito della manifestazione:
Some Prefer Cake
Bologna International Lesbian Film Festival
V edizione

La cattiva abitudine di continuare rivoluzioni

Some Prefer Cake anche quest’anno cresce. Quattro giorni di proiezioni di cinema lesbico da tutto il mondo, con molta produzione indipendente e numerose anteprime nazionali, incontri, presentazioni di libri, mostre e feste.
Ricchissima la programmazione di lungometraggi narrativi: la Spagna ci regala anche quest’anno cinema acuto, sensibile e divertente con 80 egunean e Nacidas para sufrir, capaci di toccare temi profondi con ironia. Da Hong Kong il fantasioso e frizzante All About Love. Omaggiamo la letteratura che diventa sceneggiatura con The Night Watch, film dall’intreccio avvincente tratto dal romanzo di Sarah Waters, e con Daphne, che della scrittrice Daphne du Maurier traccia un’appassionante biografia. Il controverso Gigola, francese, è un tuffo sensuale nella scena lesbica della Parigi degli anni ‘60. Infine, dall’Inghilterra, il giovane e introspettivo Break My Fall ci porta ad atmosfere intense e autentiche.
Esaudiamo un nostro desiderio nell’avere con noi Greta Schiller e Andrea Weiss, due autrici fondamentali della storia del cinema lesbico. Al centro del loro lavoro, da sempre, ci sono la storia e l’importanza di parlarne, divulgarla e soprattutto non perderla, in questo momento storico di labilità della memoria. Se si racconta la storia delle donne, si incontrano inevitabilmente oppressioni ma, per fortuna, anche rivoluzioni.
Come quella delle donne che hanno creato il Feminist Art Movement, ribellione alla cancellazione delle donne nel mondo dell’arte. Il potente documentario !Women Art Revolution, anteprima italiana, sarà seguito da un incontro con studiose dell’arte, tra cui Catherine Gonnard, coautrice dell’importante volume femmes artistes/artistes femmes.
SPC propone film che ci stupiscono, che ci espongono a visioni, storie, pensieri che minano il simbolico dato. Guardando una donna di 80 anni che suona la tromba o una signora degli anni ‘60 che guida un aereo in gonna e tacchi, impeccabile, siamo sicure di non sentire anche noi un po’ di stupore? La disabitudine a queste immagini è di per sé una violenza, che la società ci fa celandoci le storie delle donne che hanno vissuto la propria vita con il coraggio di fare quello che amavano.
Ed emerge l’assoluto bisogno di continuare quelle rivoluzioni, di fare storia, di creare storie, di nutrirci di immagini che sfidino il nostro simbolico.

Celebriamo la ricchezza del cinema lesbico.

Luki Massa
Marta Bencich

Qui il programma della manifestazione.

lunedì 19 settembre 2011

Il senso di colpa di Puffetta


Parto da un presupposto: mi piacciono i puffi, sono così ...puffosi, è quasi impossibile non trovarli teneri e divertenti. Così, sono andata a vedere il film in 3D dei puffi. Non mi piace molto il 3D, il più delle volte è una teconologia inutile. Forse perchè non viene utilizzato adeguatamente? Non lo so, so che anche in questo caso se ne poteva fare a meno, il film sarebbe stato ugualmente ...puffoso.
La trama del film è molto semplice e ricalca l'eterna lotta tra puffi e Gargamella, il quale cerca di frullare gli "ometti blu" per ottenere un grande potere, accompagnato dal gatto Birba. Proprio in fuga dal malvagio Gargamella, che finalmente è riuscito a trovare il villaggio segreto, durante la luna blu, alcuni puffi, lui stesso e Birba, attraverso un varco magico - aperto in una cascata - si ritrovano a New York. Nella grande mela una coppia di umani li aiuterà a tornare a casa ed a liberarsi del mago cattivo. La maggior parte delle scene divertenti sono nella prima parte del film, la seconda assume un tono un po' più pesante e sentimentalistico, in vista dell'addio e della morale finale.
La storia è banalotta, ma il film regge bene, la computer grafica ha reso i puffi adeguatamente e per tutto il tempo hai solo voglia di acciuffarne uno e portartelo a casa, salvo pensare che solitamente è ciò che si fa agli animali, privandoli della libertà, perchè sono tanto carini o tanto buoni da mangiare - c'è un Gargamella in ognuno di noi.
Trattazioni a parte meriterebbero i protagonisti umani del film: perchè la donna è incinta? Perchè si sceglie questo momento della vita della coppia? Perchè l'industria cosmetica fa da sfondo a questa vicenda?
Ma ciò su cui mi voglio concentrare è altro. Ai puffi sono state date diverse interpretazioni, chi li vuole màssoni chi li vuole comunisti. In realtà la società dei puffi è in origine una società asessuata di omofili, essi non nascono da altri puffi ma, come viene detto spesso, li "porta la cicogna", puffo vanitoso colpito da un fulmine ha dato vita ad un altro puffo, un baby puffo è stato trovato nella foresta. I puffi, tutti maschi, vivono in cooperazione armonica e, agendo in modo compatto, riescono a sfuggire alle grinfie di Gargamella il quale, intuendo che l'unico modo per raggiungere il proprio scopo è creare una frattura, separare i puffi, crea in laboratorio una Puffetta che metta i maschi uno contro l'altro. Per rompere l'armonia del gruppo, viene introdotto un elemento di disturbo, quale migliore elemento di disturbo se non una femmina, portatrice di scigura bibblica?
Le cose si evolvono però diversamente, Grande Puffo trasforma la Puffetta "maliziosa", dai capelli crespi e neri, in una Puffetta buona e bionda, una minidonna agelicata. Il piano di Gargamella va in frantumi, il pericolo per i puffi è superato, grazie alla saggezza del vecchio che cancella la malia dalla puffa, il livello di seduzione viene infantilizzato - nessuno sarà costretto a lottare per la femmina, nessun puffo diventerà un adulto andandosene con lei e nel contempo rendendo più fragile la compagnia, come voleva il mago, l'unione è salva, anzi rafforzata.
Nel corso del tempo Puffetta si integra perfettamente, non diventa la prostituta del villaggio, come alcuni amano pensare, ma viene accettata come una sorella, un pari, solo di sesso femminile - il genere è espresso dalla leziosità dei gesti e dal vestito.Un'altro tema interessante sarebbe questo: tanti puffi maschi, tanti modelli di maschio, una sola puffa, un solo modello di femmina.
Nonostante l'accettazione rimane in lei, un senso di disagio, un senso di colpa per essere stata creata per il male.
Eccomi giunta al punto: Puffetta ha la consapevolezza di essere stata creata dal cattivo per portare sventura e, nonostante l'intervento di Grande puffo, questa sensazione d'essere sporca e cattiva non la abbandona mai. Lo dice anche Gargamella: tu sei la traditrice.
E lo dice Puffetta chiaramente che a lei non l'ha portata la cicogna, lei è stata fatta apposta per distruggerli. Insomma bisogna che la femmina, anche quella di puffo, si vergogni di se stessa, che si mostri dispiaciuta di esistere, ancorchè sia stata "purificata". Il senso di colpa di Puffetta è il senso di colpa che si richiede alla donna perchè venga accettata dalla comunità.
Se a questo associamo il carattere frivolo che le viene dato: "Allora posso avere più di un vestito" dice guardando le bambole della sua stessa dimensione, il quadro è completo.
Certo che Puffetta è attiva e sveglia come gli altri puffi, ma questo non basta a metterla sullo stesso piano, il senso di colpa è dentro di lei, il peccato originale non le viene mai lavato via.
Vorrei una Puffetta che non chiede più scusa, che urli a voce alta: sono fiera di essere una Puffetta!
Speriamo nel prossimo film!

Convegno nazionale della LAIGA (LIBERA ASSOCIAZIONE GINECOLOGI PER L'APPLICAZIONE DELLA 194/78)

Venerdì 21 ottobre alle ore 15.00 - 22 ottobre alle ore 13.00, a Roma presso il Palazzo Valentini ci sarà il primo Convegno nazionale della LAIGA (LIBERA ASSOCIAZIONE GINECOLOGI PER L'APPLICAZIONE DELLA 194/78)contro l'omissione di soccorso medico/psicologico per l'aborto terapeutico e non.
Questo è il programma provvisorio:

21 ottobre 2011

1 ° Sessione - Introduce: M. Boscaglia (Milano)
15,00 LAIGA: chi siamo e le finalità - S. Agatone (Roma)
15.20 La legge 194 in Italia e l'aborto in Europa - M. Parachini (Roma)
15.40 L'obiezione di coscienza ()
16.00 L'opinione di un bioeticista - E. Lecaldano (Roma)
10.20 I numeri dell'obiezione di coscienza - V. Spinelli (Roma)
2° Sessione - Introduce: L. Canitano (Roma)
16.40 L'obiezione nei consultori - M. Toschi (Umbria)
17.00 Il personale non obiettore: l'ostetrica - M. Crescentini (Roma)
17.20 L'anestesista - P. Mazzini (Roma)
17.40 La situazione degli ospedali nel Lazio - G. Scarsellati (Roma)
18.00 Pillola del giorno dopo: obiezione di coscienza dei farmacisti e problematiche
riguardanti le minorenni - Flamigni (Bologna)
18.20 Cosa vogliamo? Esperimento di democrazia diretta



22 ottobre 2011

1 ° Sessione - Introduce: V. Spinelli (Roma)
09.00 Aborto chirurgico nei primi 90 gorni: tecniche ed anestesia - A. Pompili (Roma)
09.20 Aborto medico: protocolli, situazione in Italia e nel Lazio - C. Melega (Reggio Emilia)
09.40 Aborto terapeutico: protocolli fino a 15 settimane - S. Viale (Torino)
10.00 Aborto terapeutico oltre le I5 settimane - V. Spinelli (Roma), P. Pacco (Roma)
10.20 Aborto selettivo - M. Buscaglia (Milano)
2° Sessione - Introduce: S. Agatone (Roma), M. D'Amico (Milano)
11.00 Aborto terapeutico: la consulenza psichiatrica - M. Cannavicci (Roma)
11.20 Limiti temporali per l'aborto terapeutico: il neonatologo - M.G. Gatti (Siena)
11.40 Come far valere e tutelare i nostri diritti e quelli delle donne
12.00 TAVOLA ROTONDA:
UIL - R. Giangrazi (Roma)
CGIL
SUMAI - R. Lala (Roma)
Tribunale dei diritti dei malato... (Roma)
Associazioni Consumatori: Mondoconsumatori, AIEC, Consob (Roma)
13.00 Conclusioni e chiusura dei lavori

Fonte: facebook

giovedì 8 settembre 2011

Sacconi pensa che per salvarsi da uno stupro basti dire semplicemente "no"



Ministro
,
le scrivo per esprimerle tutto il mio disprezzo, disgusto e disappunto per l'ignobile storiella dello stupro di massa consenziente (http://tv.repubblica.it/dossier/crisi-italia-2011/sacconi-le-suore-violentate-per-spiegare-la-manovra/75589?video).
La sua ironia sulla più ignobile delle violenze, lo stupro, di cui solo in Italia sono vittime migliaia di donne ogni anno, è tra le testimonianze più palesi del degrado umano di questo paese, degrado di cui lei è artefice in prima persona, poichè
chi non si dichiara apertamente contro la cultura dello stupro è complice di ogni stupro.

Le sue immediate scuse pubbliche per questa, a dir poco, infelice uscita, e le dimissioni dal suo incarico di Governo, le restituirebbero un po' di dignità, e la ricollocherebbero nella categoria essere umano, comunque non tra i migliori,
saluti"

mercoledì 7 settembre 2011

Non ci sta dentro

Cosa ne pensate di un'azienda di abiti per taglie "morbide" che usa una modella magrissima per farsi pubblicità?
Una scelta offensiva che censura i corpi che realmente vestiranno quei capi e comunica senso di inadeguatezza, ribadendo che il vero e unico modello giusto di donna è quello della magra.Quest'ossimoro è umiliante.
Se volevate produrre un effetto "contrastante e ironico", beh avete sbagliato.

giovedì 1 settembre 2011

Miss Italia


Arguzia in questo post analizza il decalogo - in realtà i punti sono undici, ma non sapevano come si chiama un elenco di undici punti e l'hanno chiamato comunque decalogo* - dicevo, il decalogo al quale si deve attenere la ragazza Miss Italia per essere accettabile.
Accettabile per chi poi? Per le famiglie che vedono culi e tette ogni giorno in televisione a ora di cena e pranzo, come decorazione di carne attorno ai "sobri" conduttori in completo classico nei giochi a premio? Sì per loro.
Che però non si accorgano che sempre di carne venduta un tanto al kilo si tratta!
La Miss Italia dev'essere senza segni di godimento sul corpo, intendo di godimento del proprio diritto all'autodeterminazione: no pircing no tatoo, ritocchino sì ma discreto. Tutto in onore del buongusto di corpi silenziosi e canonizzati.
Miss Italia, ossia una giovane donna mite e sorridente, non troppo brillante, non appariscente, ma dai tratti armoniosi, da sfoggiare nei salotti e nelle feste in discoteca, si accetta anche la taglia 44 - che non sembri tale.

*Eddai è facile!Su, basta rifletterci un attimo! En ...end ...en-de-ca
...E N D E C A L O G O!

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